di Antonio Comerci
In occasione dell’Ottantesimo anniversario della morte dei Fratelli Rosselli, nel 2017, la Fondazione Circolo Fratelli Rosselli ha realizzato una mostra sulla vita e l’azione dei Fratelli Rosselli, un’occasione di incontro e di riflessione sul significato del loro pensiero e della loro azione civile e democratica.
La mostra è stata già esposta in varie città d’Italia. Nel 2019 in particolare è stata allestita a Firenze, La Spezia, Cagliari, Viareggio, Lucca, Barga e (Udine) e altre ne erano previste a Bari, Pisa e Benevento, ma poi la pandemia da Covid ha bloccato tutto. Si deve ringraziare la Delegazione di Castrovillari dell’Associazione italiana cultura classica (Aicc), se la mostra ricomincia a girare e mostrarsi soprattutto a studenti e insegnanti.
Castrovillari è una vivace cittadina, ai piedi della Serra del Dolcedorme, la vetta più alta degli Appennini meridionali:è il centro più grande del Parco Nazionale del Pollino, affacciato sulla piana di Sibari. Ho scritto vivace, riferendomi alle iniziative culturali e alla capacità di mobilitarsi per difendere la propria identità: ha vinto la battaglia per mantenere la sede del Tribunale che si voleva spostare; ha mantenuto la sede dell’Archivio di Stato. Quest’ultima battaglia è stata portata avanti, in particolare, dalla Delegazione castrovillarese dell’Aicc.
Proprio questa vivacità culturale e democratica ha portato alla scelta di allestire la mostra sui Fratelli Rosselli in occasione del 25 aprile Festa della Liberazione, con l’idea di aprirla al pubblico e alle altre scuole superiori della città e dei dintorni. Il Preside, professor Bruno Barreca, ha sottoscritto con la Delegazione Aicc di Castrovillari una Convenzione per la collaborazione in attività culturali.
La presentazione della mostra
Il 22 aprile, alle ore 10.00, nell’aula magna del Liceo Scientifico “Enrico Mattei” di Castrovillari, alla presenza di centinaia di studenti e dei loro insegnanti della città e dei dintorni, è stata inaugurata la mostra che è restata aperta fino al 20 giugno. «La Festa della Liberazione dev’essere vissuta, per citare Liliana Segre nel discorso di apertura della XIX legislatura al Senato: “con autentico spirito repubblicano”», così ha esordito Leonardo Di Vasto, presidente della Delegazione Aicc di Castrovillari, che ha introdotto e coordinato gli interventi. «Abbiamo scelto – continua Di Vasto – di allestire qui a Castrovillari la Mostra sulla Famiglia Rosselli, realizzata dalla Fondazione Circolo Fratelli Rosselli di Firenze, il cui presidente è l’onorevole Valdo Spini. La mostra racconta la storia di questa famiglia che ha avuto un ruolo importante nell’Italia del Novecento e che ha dato un contributo importante nella lotta al regime fascista e poi, con il Partito d’Azione, alla liberazione del nostro Paese. La nostra scelta, come Delegazione dell’Aicc, è scaturita dalla volontà di affermare con forza i valori fondamentali di democrazia, giustizia e libertà, specialmente in questo momento storico e politico».
La presentazione è cominciata con il breve video di saluto di Valdo Spini, presidente della Fondazione che ha realizzato la mostra. Poi, l’apertura è stata in musica: Gaia Oliveto, studentessa del Liceo classico “G. Garibaldi” di Castrovillari, ha cantato Bella ciao, in coro con gli altri studenti, e, nel corso dell’iniziativa, Oltre il ponte, testo di Italo Calvino, e, in chiusura, Auschwitz di Francesco Guccini.
Il Preside del Liceo Scientifico, prof. Bruno Barreca, ha portato il saluto agli studenti e insegnanti delle altre scuole. È intervenuto anche Luigi Pandolfi, segretario della sezione del Pollino dell’Anppia (Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti), sezione intitolata al castrovillarese Francesco Bucciano, trucidato a Roma alle Fosse Ardeatine il 24 marzo del 1944 insieme con altri 334 civili, militari e prigionieri politici.
Quindi è toccato a me, in rappresentanza della Fondazione Rosselli, illustrare il significato e i contenuti dei cartelli che costituiscono la mostra: «Una famiglia sfortunata quella di Amelia Pincherle Moravia, veneziana, scrittrice e drammaturga. Si separò dal marito Giuseppe Emanuele (detto Joe) Rosselli, musicologo, dopo soli sette anni di matrimonio. Nel 1903 Amelia si trasferisce a Firenze dove, anche per la presenza degli zii, riesce a superare le difficoltà per una nuova vita con i tre figli». E questi sono i contenuti del primo cartello della mostra, per continuare con riflessioni sul significato dell’azione politica dei Rosselli: «Sono quattro le parole che caratterizzano le idee e la politica di Carlo e Nello Rosselli. Giustizia, intesa soprattutto come giustizia sociale. Libertà di pensiero e d’impresa. Partito come organizzazione dell’azione politica. Azione: ed è questa la parola chiave che caratterizza il movimento di Rosselli, Lussu e compagni. A differenza di chi aspetta che il fascismo cada da sé, si organizza la fuga di Turati, l’evasione da Lipari, il volantinaggio su piazza Duomo a Milano con un aereo dalla Svizzera, le brigate internazionali in Spagna. Insomma, un antifascismo militante, che porterà il Partito d’Azione a organizzare la seconda forza militare della Resistenza, in nome dei Rosselli».
Nel suo intervento lo storico Carlo Spartaco Capogreco, dell’Università della Calabria, ha ricordato come sia riuscito a organizzare a Lipari nel mese di ottobre dell’anno 2000 l’apposizione di una lapide sulla casa in cui Carlo abitò durante il confino, con la moglie Marion e il piccolo John, “Mirtillino”. «Il periodo di confino a Lipari fu una fase importante per il pensiero e l’azione di Carlo Rosselli. Qui fu scritto di nascosto il libro Socialismo liberale, divenuto il manifesto del pensiero rosselliano; e poi l’avventurosa evasione dal confino fu un vero e proprio schiaffo al regime. Non c’era nulla nell’isola che ricordasse questi eventi. Abbiamo rimediato a questa mancanza, d’accordo con i proprietari, alla presenza di John Rosselli».
Il professor Leonardo Di Vasto ha ricordato Dante Castellucci, nato nel vicino paese calabrese di Sant’Agata di Esaro nel 1920 e partigiano in Emilia e sull’Appennino Tosco-Emiliano: «Il suo percorso esistenziale, le doti intellettuali e le amicizie, la sua lotta partigiana e le capacità di comandante di un numeroso gruppo partigiano, le azioni militari contro le truppe naziste, sono delineati con rigore e con ricchezza di riferimenti nel libro di Carlo Spartaco Capogreco dal titolo “il piombo e l’argento”».
Accusato di furto, fu fucilato dai suoi stessi compagni di lotta. Le accuse si rivelarono false e pretestuose. Dopo la guerra gli fu riconosciuta la medaglia d’argento al valore militare.
I protagonisti veri della mattinata sono stati gli studenti con interventi sui maggiori protagonisti della storia rosselliana.
Il Socialismo Liberale
Una riflessione di Carlo Rosselli tratta da Socialismo liberale, scritta nel 1930, letto da Fedele Mastrascusa del Liceo scientifico “E. Mattei” di Castrovillari:
Da Socialismo Liberale.«Coi randelli e le manette, con le raffinate persecuzioni, Mussolini sta costruendo a decine di migliaia gli italiani moderni, volontari della libertà. La sua furia persecutrice e la logica tremenda degli strumenti repressivi di cui è ormai prigioniero, stanno divenendo i nostri migliori alleati. Per la prima volta nella storia d’Italia, la rivendicazione dei diritti inalienabili della persona e del principio dell’autogoverno si pone come problema di popolo e non più come problema di una setta di iniziati.
Nessun italiano, per incolto e misero che sia, può ignorare il fascismo e i problemi di vita e di morte dal fascismo sollevati. L’ultimo infelice bracciante della Calabria può oggi soffrire e sperare per la stessa causa che fa soffrire e sperare il più raffinato intellettuale e lo stesso industriale moderno del settentrione».
I versi di Amelia
Amelia Rosselli è stata a Castrovillari, ove è ricordata con stima e affetto, e, qualche anno dopo, nell’agosto 1990, ospite, per iniziativa della Delegazione Aicc di Castrovillari, che ottenne il patrocinio della Comunità Montana, nel rifugio “De Gasperi” del Parco Nazionale del Pollino, ove fu organizzato un incontro di poeti. Figlia di Carlo, poetessa, è nata a Parigi nel 1930 e morta a Roma nel 1996. Una sua poesia è stata letta da Giorgia Aloise del Liceo scientifico “E. Mattei”:
I giovani, le loro cose
simili a te: i giovani
le loro rose, simili
a me: i giovani, i loro
torti, simili ai nostri.
Ricordo di Marion Cave
Il 16 ottobre 1949 morì a Londra, all’età di 53 anni, Marion Cave, moglie di Carlo Rosselli. Gaetano Salvemini scrisse, un mese dopo, sulla rivista Il Ponte un commosso ricordo. Il ricordo di Marion Cave è stato letto da Antonio Galizia del Liceo classico “G. Garibaldi” di Castrovillari:
«Quanta parte della nostra vita è sparita per sempre con te, Marion, il 16 ottobre, quando chiudesti gli occhi alla luce! Ti conoscemmo nella primavera del 1921. Ci insegnavi a balbettare l’inglese, all’Istituto britannico. Come eri bella, o Biancofiore! (così subito ti ribattezzammo; Anna Kuliscioff, dopo, ti definì “un raggio di sole”) E che spirito, e che brio, e che prontezza nelle botte e risposte, e che dolce sorriso! Era allora l’inizio della tempesta fascista, che doveva travolgerci tutti. E tu fosti con noi, immediatamente, per reazione istintiva contro la prepotenza.
Tu, quando volemmo celebrare Matteotti assassinato, prendesti la corona di fiori da noi preparata, e, seguita da noi, attraversasti tutta Firenze per portare la corona alla lapide in ricordo di Cesare Battisti, pronta a lasciarti bastonare insieme a noi. Per quella volta ce la cavammo. Se c’era una donna degna di Carlo Rosselli, tu eri quella. Eravate destinati ad intendervi. Vi sposaste quando l’ondata fascista era al colmo. E nella vostra casa, a Milano, durante il 1926, i perseguitati trovarono asilo. Carlo andò con Parri prima in prigione e poi a domicilio coatto per aver trafugato Turati da Milano in Corsica. E tu, incinta di Mirtillino, ma imperterrita, seguisti tuo marito da una sede all’altra della sua prigionia, e poi a Lipari. Addio, Biancofiore. Addio, raggio di sole. E addio, con te, alla parte più bella del nostro passato».
Ricordo di Amelia Pincherle
Madre di Carlo Rosselli, morì all’età di 84 anni a Firenze il 26 dicembre 1954. Gaetano Salvemini scrisse nel gennaio 1955 sulla rivista Il Ponte un toccante ricordo, letto dalla studentessa Chiara Grisolia, anche lei del Liceo classico “G. Garibaldi”: «Quando Amelia, stanca e diafana, si presentò alla porta dell’eterno riposo, l’angelo guardiano le domandò con quali diritti domandava di essere ammessa all’eterno riposo.
Lei, che aveva il pudore del suo cuore ferito, e non ne parlava mai, rispose timidamente: «Ho molto sofferto».
«Soffrire, soffrire», disse l’angelo, «tutti i nati di donna sono nati per soffrire; è il dolore che va a cercar loro, non loro che vanno a cercare il dolore; non c’è nessun merito a soffrire».
«Non ho fatto mai male a nessuno».
«Non basta, non basta. Che merito c’è a non far male a nessuno, che crei il diritto all’eterno riposo?».
«Ho fatto intorno a me tutto il bene che potevo».
«Questo è già qualcosa di positivo, ma è un minimo che non basta. L’eterno riposo è un premio che merita molto di più».
Allora Amelia dové parlare: «Ebbi tre figli, li educai ad amare giustizia e libertà, e per avere amato giustizia e libertà uno morì in guerra, e due furono assassinati». L’angelo si inchinò, le baciò le piccole mani ed aprì la porta dell’eterno riposo. Aldo, Carlo e Nello, sulla soglia, l’aspettavano.
Ricordo di Nello Rosselli
Gaetano Salvemini, dopo l’assassinio di Carlo e Nello Rosselli il 9 giugno 1937, scrisse a Londra nello stesso anno un opuscolo in memoria dei due martiri. Il conciso ritratto di Nello è stato letto dalla studentessa Veronica Armentano dell’ITIS “E. Fermi” di Castrovillari:
«Dopo l’assassinio di Matteotti, Nello Rosselli aveva sentito il dovere di prendere parte alla lotta contro il fascismo, ma egli non era un politico per temperamento. La sua passione era lo studio della storia. Gli sarebbe piaciuto intraprendere l’insegnamento della storia. Ma dal momento che rifiutò ogni compromesso con il fascismo, la carriera di insegnante gli era preclusa. Viveva dei suoi mezzi privati e continuava a lavorare all’argomento della sua tesi di laurea, Mazzini e Bakunin, finché diventò un libro che apparve nel 1927.Nel dicembre 1926 sposò l’affascinante e colta Maria Todesco. In maggio del 1927, al ritorno dalla sua luna di miele, Nello fu arrestato. Un pezzo di carta senza firma lo informava che egli era colpevole di essere un ostinato oppositore del regime. Alla sua partenza per Ustica la stazione di Firenze fu evacuata dalla polizia come per qualche occasione speciale. Quando coloro che viaggiavano sul treno videro arrivare in manette come un comune malfattore questo giovane di bellissimo aspetto con il suo smagliante sorriso e gli occhi tranquilli, vennero tutti ad affollarsi in silenzio attorno alla porta del suo scompartimento»
Crediti e dove trovare la mostra
La mostra è costituita da 21 pannelli formato manifesto. Per vederla basta andare sul nostro sito, in fondo alla home, fra i link segnalati scegliere “mostra con pannelli”. Per ogni pannello c’è l’immagine e un breve testo che ne riassume il contenuto e riporta le didascalie delle immagini.
C’è anche, molto utile, il pdf del Fascicolo Fratelli Rossetti pubblicato per illustrare la mostra.
La grafica della mostra è dell’architetto Vanessa Stella. La prima versione dei testi è di Massimo Tarassi e Mariachiara Vannetti, in collaborazione con l’Istituto Filosofico di Napoli (2000). I testi completi di questa versione sono stati rivisti e integrati dal prof Valdo Spini, presidente della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli.